Bari è una città italiana con 320.677 abitanti capoluogo dell'omonima provincia e della regione Puglia. È la seconda città del mezzogiorno continentale dopo Napoli, e nona in Italia per numero di abitanti. È nota per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola.

Tradizione Arbereshe

L'aspetto fondamentale della tradizione popolare arbëreshe e' la sua trasmissione esclusivamente legata all'oralita'. La forte coscienza a un'identita' etnico-linguistica diversa e' sempre presente nelle produzioni folkloriche. Nel folklore, in tutte le sue forme, emerge un costante richiamo alla patria di origine. I canti popolari e religiosi, le leggende, i racconti, i proverbi riecheggiano un forte spirito di comunanza e solidarieta' etnica. I motivi ricorrenti sono la nostalgia per la patria perduta, il ricordo delle leggendarie gesta di Scandenberg (eroe riconosciuto da tutte le popolazioni albanesi del mondo), la tragedia della diapsora in seguito all'invsione ottomana. La coscienza di appartenere a una stessa etnia, ancorche' dispersa e disgregata, di coglie tra l'altro in un motto molto diffuso, che i parlanti albanesi spesso ricordano quando si incontrano: gjaku yne i shprishur, che vuol dire "il sangue nostro sparso". I motivi della tradizione popolare si ritrovano nella l e t t e r a t u r a, che proprio da cio' mosse i primi passi. Altri elementi strutturali della cultura arbëresh delle origini sono giunti ai nostri tempi attraverso una storia secolare, e mantengono una loro forza di rappresentazione dell'organizzazione delle comunita'. Tra essi ricordiamo la "vatra", il focolare, il primo locus culturale attorno a cui si muoveva la famiglia; la "gjitonia", il vicinato, il primo ambito sociale al di fuori della casa come continuita' della famiglia e primo accesso alla comunita'. Ancora: la "vallja", una danza accompagnata dal canto, ma piu' profondamente un momento fortemente sociale di compattezza dell'intera comunita' in particolari circostanze dell'anno; la "vellamja", la fratellanza, rito di parentela spirituale; la "besa", la fedelta' all'impegno, quasi un rito di iniziazione sociale con precisi impegni di fedelta' agli impegni presi, senza alcuna prevaricazione. La consapevolezza della necessita' di una valorizzazione e tutela della cultura albanese ha favorito la nascita di associazioni e circoli culturali, e ha dato luogo a iniziative e manifestazioni culturali. Tra gli aspetti fondamentali della tradizione degli albanesi di Italia, un posto decisivo spetta alla r e l i g i o n e, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
fonte http://web.quipo.it/minola/arberesh/traditions.htm


link utili
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Lingua albanese in Puglia

Lingua albanese in Puglia
Con il termine Arbëreshë o Arbereschi si definisce una popolazione di lingua albanese che vive in diverse province dell'Italia meridionale in piccole comunità che risalgono ai secoli XV e XVII: sono il risultato di eventi bellici, che hanno richiamato nel Meridione molti albanesi come uomini d'arme e di fenomeni di declino demografico in cui gli albanesi hanno in ripopolato paesi già esistenti (di rado ne hanno costruito di nuovi). Malgrado le differenti origini e la notevole frammentazione territoriale, i paesi di lingua albanese formano uno spazio culturale unitario, la cosiddetta Arberia, che ha svolto un ruolo importante nella storia dell'intero popolo albanese. Gli arbëreshë sono cattolici del rito bizantino, a differenza della maggior parte degli albanesi che vivono altrove, per la maggior parte musulmani. La lingua parlata dalla minoranza arbareshe (circa 100.000 persone) pur con molte particolarità locali è collegata alla variante tosko dell'albanese, lingua ufficiale della madrepatria.
Gli Arbëreshë, distribuiti in origine in Epiro e nei monti del Pindo, sono i discendenti della popolazione proto-albanese sparsa in tutti i Balcani occidentali. Tra l'XI e il XIV secolo le tribù arbëreshë migrarono in piccoli gruppi verso il sud della Grecia (Tessaglia, Corinto, Peloponneso, Attica) dove fondarono delle colonie. Le loro abilità in campo militare li fece diventare i mercenari preferiti da Serbi, Franchi, Aragonesi (spagnoli), Italiani e Bizantini.


L'invasione della Grecia da parte dei Turchi Ottomani nel XV secolo costrinse molti Arbëreshë ad emigrare nelle isole sotto il controllo di Venezia e in Italia meridionale. Nel 1448 Alfonso V il Magnanimo, re di Napoli e d'Aragona, diede in ricompensa agli Albanesi terre in provincia di Catanzaro per l’aiuto avuto nel reprimere una ribellione di baroni dal capo dell'Alleanza albanese Giorgio Castriota (Gjergj Kastrioti da Kruja detto Skanderbeg). Nel 1450 un'altro gruppo di Arbëreshë intervenne in Sicilia e si stanziò nei pressi di Palermo. Così gli Arbëreshë contribuirono alla creazione del Regno delle Due Sicilie.


Durante il periodo della guerra di successione di Napoli, Ferdinando d'Aragona richiamò le forze Arbëreshë contro gli eserciti franco-italiani. Skanderbeg sbarcò nel 1461 a Brindisi, ma dopo alcune vittorie ritornò in patria per organizzare la resistenza albanese contro i Turchi, che avevano occupato l'Albania: in seguito a ciò parte della popolazione arbëreshë emigrò in Italia meridionale, dove il re di Napoli offrì loro villaggi in varie regioni.


L'ultima ondata migratoria, tra il 1500 e il 1534 comprende Arbëreshë della Grecia centrale, mercenari dalla Repubblica di Venezia, che con l'aiuto delle truppe di Carlo V abbandonarono le colonie del Peloponneso quando i Turchi invasero la regione: Carlo V per rinforzare le difese contro la minaccia dei turchi stanziò queste truppe in Italia meridionale, dove furono tradizionalmente soldati del regno di Napoli e della repubblica di Venezia, dalle guerre di religione fino all'invasione napoleonica.


Prima della conquista da parte dell'impero ottomano tutti gli albanesi erano chiamati Arbëreshë. Dopo lo stanziamento in Italia, quelli che vivevano in Albania si diedero il nome di Shqiptarëve, mentre quelli in Italia continuarono a chiamarsi Arbëreshë e vivendo in villaggi isolati, mantennero inalterata la loro cultura fino al XX secolo. L'ondata migratoria dall'Italia meridionale all'America negli anni tra il 1900 e il 1910 ha dimezzato la popolazione dei villaggi arbëreshë.


fonte : http://pugliapromotion.com/index.php?option=com_content&task=view&id=34&Itemid=36

I Iapigi dell'attuale Puglia provenivano dall' Albania

I Iapigi dell'attuale Puglia provenivano dall'attuale Albania
Gli Iapigi o Japigi che successivamente per i romani diventerà Apuli erano un'antica popolazione indoeuropea che si era stabilita tra il II e il I millennio a.C. nell'attuale regione italiana della Puglia


I Japigi popolarono gran parte della Puglia. Era un popolo di "origine Illirica" ben distinti dai Greci. Esistevano, però, altre tribù che giunsero, anche, in gran parte dell'Italia settentrionale.

I Japigi, furono la prima tribù illirica ad arrivare in Puglia, verso il 1200 a.C. e precisamente nella Puglia meridionale.
Provenivano dall'attuale Albania meridionale.
Col passare del tempo il termine Japigia si trasformò in Japudia, Apulia,Puglia.

Link utili sui Iapigi

http://it.wikipedia.org/wiki/Apuli

http://www.japigia.com/docs/index.shtml?A=illiri


fonte : http://turismoinalbania.blogspot.com/2009/01/i-iapigi-dellattuale-puglia-provenivano.html