Lingua albanese in Puglia
Con il termine Arbëreshë o Arbereschi si definisce una popolazione di lingua albanese che vive in diverse province dell'Italia meridionale in piccole comunità che risalgono ai secoli XV e XVII: sono il risultato di eventi bellici, che hanno richiamato nel Meridione molti albanesi come uomini d'arme e di fenomeni di declino demografico in cui gli albanesi hanno in ripopolato paesi già esistenti (di rado ne hanno costruito di nuovi). Malgrado le differenti origini e la notevole frammentazione territoriale, i paesi di lingua albanese formano uno spazio culturale unitario, la cosiddetta Arberia, che ha svolto un ruolo importante nella storia dell'intero popolo albanese. Gli arbëreshë sono cattolici del rito bizantino, a differenza della maggior parte degli albanesi che vivono altrove, per la maggior parte musulmani. La lingua parlata dalla minoranza arbareshe (circa 100.000 persone) pur con molte particolarità locali è collegata alla variante tosko dell'albanese, lingua ufficiale della madrepatria.
Gli Arbëreshë, distribuiti in origine in Epiro e nei monti del Pindo, sono i discendenti della popolazione proto-albanese sparsa in tutti i Balcani occidentali. Tra l'XI e il XIV secolo le tribù arbëreshë migrarono in piccoli gruppi verso il sud della Grecia (Tessaglia, Corinto, Peloponneso, Attica) dove fondarono delle colonie. Le loro abilità in campo militare li fece diventare i mercenari preferiti da Serbi, Franchi, Aragonesi (spagnoli), Italiani e Bizantini.
L'invasione della Grecia da parte dei Turchi Ottomani nel XV secolo costrinse molti Arbëreshë ad emigrare nelle isole sotto il controllo di Venezia e in Italia meridionale. Nel 1448 Alfonso V il Magnanimo, re di Napoli e d'Aragona, diede in ricompensa agli Albanesi terre in provincia di Catanzaro per l’aiuto avuto nel reprimere una ribellione di baroni dal capo dell'Alleanza albanese Giorgio Castriota (Gjergj Kastrioti da Kruja detto Skanderbeg). Nel 1450 un'altro gruppo di Arbëreshë intervenne in Sicilia e si stanziò nei pressi di Palermo. Così gli Arbëreshë contribuirono alla creazione del Regno delle Due Sicilie.
Durante il periodo della guerra di successione di Napoli, Ferdinando d'Aragona richiamò le forze Arbëreshë contro gli eserciti franco-italiani. Skanderbeg sbarcò nel 1461 a Brindisi, ma dopo alcune vittorie ritornò in patria per organizzare la resistenza albanese contro i Turchi, che avevano occupato l'Albania: in seguito a ciò parte della popolazione arbëreshë emigrò in Italia meridionale, dove il re di Napoli offrì loro villaggi in varie regioni.
L'ultima ondata migratoria, tra il 1500 e il 1534 comprende Arbëreshë della Grecia centrale, mercenari dalla Repubblica di Venezia, che con l'aiuto delle truppe di Carlo V abbandonarono le colonie del Peloponneso quando i Turchi invasero la regione: Carlo V per rinforzare le difese contro la minaccia dei turchi stanziò queste truppe in Italia meridionale, dove furono tradizionalmente soldati del regno di Napoli e della repubblica di Venezia, dalle guerre di religione fino all'invasione napoleonica.
Prima della conquista da parte dell'impero ottomano tutti gli albanesi erano chiamati Arbëreshë. Dopo lo stanziamento in Italia, quelli che vivevano in Albania si diedero il nome di Shqiptarëve, mentre quelli in Italia continuarono a chiamarsi Arbëreshë e vivendo in villaggi isolati, mantennero inalterata la loro cultura fino al XX secolo. L'ondata migratoria dall'Italia meridionale all'America negli anni tra il 1900 e il 1910 ha dimezzato la popolazione dei villaggi arbëreshë.
fonte : http://pugliapromotion.com/index.php?option=com_content&task=view&id=34&Itemid=36
Bari è una città italiana con 320.677 abitanti capoluogo dell'omonima provincia e della regione Puglia. È la seconda città del mezzogiorno continentale dopo Napoli, e nona in Italia per numero di abitanti. È nota per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola.